• La Protezione Civile: il Di Maria situato in zona strategica

    Una relazione stilata dall'ufficio della Protezione Civile del Comune potrebbe diventare l'ariete necessario ad abbattere quel muro che separa la città di Avola dalla possibilità di "salvare" l'ospedale Di Maria. Si tratta di un documento avente per oggetto la «vulnerabilità sismica del territorio della provincia di Siracusa», che ha lo scopo di dimostrare la sussistenza di quelle "esigenze prioritarie", più volte citate, che, se considerate più rilevanti rispetto agli obiettivi di rifunzionalizzazione della rete ospedaliera previsti dal decreto Russo, permetterebbero di ottenere la possibilità di una revisione del provvedimento.
    Alla luce dell'alto rischio sismico che caratterizza il Siracusano, il documento della Protezione Civile mostra come il Di Maria, rispetto ai nosocomi Umberto I di Siracusa e al Trigona di Noto, entrambi posizionati in zona collinare, si trova in una posizione di pianura e fuori dal centro urbano, quindi «assume alto valore strategico risultando l'unico presidio accessibile ai mezzi di soccorso della provincia». Chiare le parole espresse nella relazione, che evidenzia, con tatto di mappe satellitari allegate al documento, come «in caso di gravi eventi sismici, che comporterebbero il crollo di molti edifici, l’Umberto I di Siracusa, immerso nel tessuto urbano, e il Trigona di Noto, posizionato in collina, risulterebbero difficilmente accessibili per i soccorsi immediati».
    Il documento sottolinea inoltre la presenza, in prossimità del nosocomio avolese, di strutture viarie importanti, quali la ss 115, la A 18, la linea ferrata, lo svincolo dell'autostrada Siracusa-Gela, la circonvallazione di Avola e il polo indistruale sito nella zona Priolo-Augusta.
    E non solo. Il documento della Protezione Civile ricorda come, a seguito del terremoto del 1990, l'area del presidio ospedaliero avolese fu definita di "maxiemergenza", cioè deputata a fornire le attrezzature necessarie in caso di necessità, in sede di coordinamento dell'apposito comitato per la Protezione Civile alla prefettura di Siracusa.
    La relazione è stata inviata congiuntamente al presidente della regione Raffaele Lombardo, all’assessore alla Sanità Massimo Russo, ai direttori del dipartimento di Protezione Civile della presidenza del Consiglio dei ministri e della Regione, Guido Bertolaso e Salvatore Cocina, e ancora a Paolo Burgo, dirigente del servizio regionale della Protezione Civile di Siracusa, al prefetto, al commissario Asl 8 e al direttore generale dell’Umberto I di Siracusa.

    Foto tratte da Il Giornale di Sicilia e da La Sicilia

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